E’ stata individuata una correlazione significativa tra gli squilibri del microbiota intestinale, i disordini metabolici, l’obesità e l’insorgenza della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS).
Attraverso l’analisi di vari studi scientifici che hanno indagato la composizione microbica intestinale nelle persone affette da PCOS, in confronto con soggetti sani, sono emerse differenze evidenti che suggeriscono un legame che non può di certo essere casuale, bensì causale.
Una conclusione a cui si è giunti attraverso una revisione della letteratura condotta da scienziati cinesi che è stata pubblicata sulla rivista Reproductive Sciences nel gennaio del 2022, svolta includendo 10 studi e 256 citazioni, per un totale di 611 pazienti monitorati (inclusi vari gruppi di controllo).
La sindrome dell’ovaio policistico è un disturbo endocrino-metabolico tra i più comuni e che causa, in alcuni casi, disfunzione mestruale e infertilità nelle donne. Di sicuro, lo sviluppo di questa malattia può essere condizionato da cause genetiche, neuroendocrine e metaboliche, ma vari studi hanno portato a dimostrare che anche la salute del microbiota intestinale può giocare un ruolo chiave nella sua patogenesi.
In particolare, una diminuzione della biodiversità del microbiota intestinale e la variazione della concentrazione di alcuni batteri (come quelli Bacteroidaceae, Coprococcus, Bacteroides, Prevotella, Lactobacillus, Parabacteroides, Escherichia, Shigella e Faecalibacterium) sono associate alla presenza di PCOS. Tutto questo senza considerare gli effetti negativi indiretti di alcune patologie metaboliche – a loro volta condizionate dalla disbiosi intestinale – sulla patogenesi della sindrome PCOS e sulla salute in generale di queste persone.
Gli autori della revisione dicono comunque che sarà necessaria un’analisi più approfondita che coinvolge un numero maggiore di pazienti, perché non è ancora del tutto chiaro se la disbiosi intestinale sia la causa o la conseguenza della PCOS, ossia in che verso sia da considerarsi il rapporto di causalità.
Allo stesso modo sarà interessante stabilire se ci siano batteri specifici che più di altri incidano sull’insorgenza della malattia e del suo sviluppo.
Fonte: https://pubmed.ncbi.nml.nih.gov/33409871/
Articolo tratto da: Faromed.it