A partire dalla sindrome metabolica e scivolando verso la triade poco sopra elencata, la ricerca più recente evidenzia come, in questi soggetti, l’incidenza di sviluppare col tempo la demenza o il morbo di Alzheimer (AD), sia nettamente più alta rispetto al resto della popolazione.
Il dramma è che, ce ne siamo accorti tutti, da pochi anni sembra che ci sia una vera e propria esplosione di casi di demenza nei soggetti a partire dai 65 anni di età.
Ma come è possibile, se pochi decenni or sono era un evento decisamente raro?
E se ci fosse un collegamento con ciò che mangiamo?
Effettivamente le deduzioni logiche ricavate dalle evidenze scientifiche, partono dall’esistenza di forti prove che ciò che fa bene al cuore, fa bene alla testa e il primo fattore che incide sulla salute del cuore è l’alimentazione.
Le più recenti ricerche attestano la superiorità della dieta mediterranea sul miglioramento del processo cognitivo e gestione della demenza lieve, mentre una alimentazione basata su cibi altamente processati, ricchi di grassi saturi, zuccheri, sale e poveri di vitamine, minerali e antiossidanti ne favorisce lo sviluppo e rende difficoltosa la gestione perché, ricordiamo, non esiste ad oggi una efficace cura per l’Alzheimer (se non un farmaco poco più che sperimentale e dagli effetti collaterali devastanti).
Ebbene, una ricerca di giugno 2021 ha effettivamente trovato una correlazione positiva tra il punteggio della dieta MIND (la versione americana della dieta mediterranea), la resilienza cognitiva e la funzione cognitiva.
La dieta è dunque simile alla nostra mediterranea, ma si concentra su verdure a foglia verde, altre verdure, noci, bacche, fagioli, cereali integrali, pollame, frutti di mare, olio d’oliva e vino.
Al contrario. un altro studio di marzo 2021, ha effettivamente collegato i prodotti a base di carne lavorata, come salsicce, salame e pancetta, con la demenza.
Il consumo regolare di carne lavorata ha aumentato il rischio relativo di tutte le demenze del 44% e il morbo di Alzheimer del 52%.
Attenzione, si parla di alimentazione prevalentemente a base di prodotti trasformati, non il saltuario uso occasionale e con prodotti magari artigianali, locali e di cui, possibilmente, se ne conosca la provenienza e lavorazione.
In un ultimo, recentissimo, studio pubblicato nel 2022 su Neurology, gli studiosi hanno esaminato i livelli ematici di diversi antiossidanti dei partecipanti, tra cui le vitamine A, C, E e diversi carotenoidi, che sono pigmenti vegetali di natura lipidica e dal colore rosso, giallo e arancione che sono convertiti dal nostro organismo in vitamina A.
Hanno quindi esaminato la relazione tra i livelli di questi antiossidanti e i tassi di malattia di Alzheimer e altre tipologie di demenza.
In breve, gli autori dello studio affermano che gli antiossidanti potrebbero proteggere il cervello dai danni associati alla demenza, dato che lo stress ossidativo può verificarsi ad un livello anormalmente alto nel nostro corpo, anche all’interno del nostro cervello.
In tali circostanze, il consumo alimentare di antiossidanti può aiutare a proteggere le nostre cellule dai danni neurologici, preservando l’integrità delle nostre cellule cerebrali.
Questo studio osservazionale (ed altri effettuati sia su uomo che su modello murino) suggerisce che se le persone consumano una dieta ricca di carotenoidi specifici, come luteina, zeaxantina e β-criptoxantina, potrebbero incorrere in un rischio inferiore di sviluppare demenza con l’avanzare dell’età.
Ovviamente sarebbero auspicabili studi randomizzati e controllati, tuttavia sono ormai molteplici le evidenze che sottolineano l’importanza di una sana alimentazione abbinata ad attività fisica sia aerobica che con i pesi che preservare in toto il nostro organismo dagli insulti del tempo.
Oggi, purtroppo, chi ha un peso corporeo corretto, una muscolatura tonica, fa sport e mangia correttamente per nutrire il suo corpo e il suo cervello, viene visto come una “anomalia”, seppur positiva.
Se sei interessato ad approfondire la tematica integrativa per supportare il sistema endocrino ed il cervello, oppure per evitare o contrastare la sindrome metabolica, ti posso suggerire i libri: Alimentazione e integrazione per gli ormoni e la mente (LSWR) e Guida al controllo glicemico. Il trattamento non farmacologico dell’insulino-resistenza (Edra).
Articolo tratto da: massimospattini.com