Monthly Archive aprile 2023

Anche il microbioma intestinale è una questione di genere

Le differenze di genere sono una realtà sempre più riconosciuta e indagata in molti ambiti, compreso quello della medicina. Maschi e femmine mostrano infatti tratti distintivi anche nello sviluppo delle patologie e nella risposta ai farmaci. Comprendere queste differenze, con i meccanismi che le innescano e gli effetti che provocano, è indispensabile per migliorare l’efficacia degli interventi sanitari. Una review dell’Università di San Diego in California, appena pubblicata sulla rivista Reproduction, suggerisce che persino il microbioma intestinale sia diverso nei due sessi, con importanti implicazioni sul benessere della persona.

La comunità microbica intestinale si sviluppa e arricchisce rapidamente dopo la nascita e tende a stabilizzarsi intorno ai due-tre anni d’età. Durante la pubertà, però, il corpo delle ragazze e dei ragazzi va incontro a profondi cambiamenti, che a quanto pare interessano anche il microbioma intestinale. Molti disturbi che compaiono tendenzialmente dopo la pubertà, riportano gli autori, potrebbero essere associati a cambiamenti sesso-specifici nella composizione del microbiota, dall’intestino irritabile al diabete di tipo 1, dal lupus all’obesità, dalla sindrome dell’ovaio policistico all’endometriosi.

Chi sono i responsabili di queste differenze nella composizione e funzionalità del microbiota intestinale? Secondo studi metagenomici, metabolomici e trascrittomici condotti sui topi e sugli esseri umani, si tratta proprio degli ormoni sessuali e in particolare degli estrogeni e del testosterone. Gli ormoni steroidei, evidenziano gli autori, non influenzano la comunità microbica intestinale solo in modo diretto. Sembrano in grado di agire anche indirettamente, ad esempio regolando la produzione e secrezione degli acidi biliari, che a loro volta modulano il microbiota.

Anche il sistema immunitario, con le sue differenze sesso-specifiche, pare sia implicato nello sviluppo di un microbioma intestinale diverso nei maschi e nelle femmine. Gli studi che indagano queste correlazioni sono molti, e riguardano anche l’associazione tra microbioma e malattie autoimmuni che si manifestano in modo diverso nei due generi.

Se le differenze sesso-specifiche nel microbioma paiono quindi assodate, bisognerà capire meglio quali sono le interazioni tra ospite e microbiota che portano a questa differenziazione. E, di conseguenza, in che modo le differenze di genere nella comunità microbica influenzano lo stato di salute delle donne e degli uomini.

Fonte: https://rep.bioscientifica.com/view/journals/rep/165/2/REP-22-0303.xml

 

MENOPAUSA E DISTURBI DEL SONNO

La menopausa è per la donna un passaggio verso una nuova fase di vita. Spesso vissuto con paura del cambiamento e di conseguenza con ANSIA ed ANGOSCIA. E’ vero che la menopausa può essere accompagnata da sintomi e disagi ma è anche vero che abbiamo la possibilità di gestirli adeguatamente ritrovando nuove energie ed opportunità. In questo modo il cambiamento può diventare un momento di grandi prospettive e di nuove visioni.

E’ fondamentale prepararsi adeguatamente ad affrontare questa fase della vita già negli anni che la precedono, adottando stili di vita sani e atteggiamenti positivi.

I sintomi possono iniziare alcuni anni prima dell’assenza definitiva del ciclo: le donne in premenopausa possono manifestare, in relazione alla diminuzione e alla modifica dei rapporti tra i livelli di estrogeni e progesterone, cicli irregolari, sbalzi d’umore, vampate, insonnia, ansia, depressione.

L’INSONNIA è considerato un sintomo molto fastidioso per la donna in menopausa, spesso dipende dai disturbi di termoregolazione che si manifestano sul viso e poi su tutto il corpo causando una scarica di adrenalina che porta al risveglio notturno con conseguente difficoltà a prendere sonno. Logicamente la donna si sentirà più stanca e irritata.

Cosa si può fare per rimediare a questo inconveniente?

Intanto parlarne col ginecologo di fiducia che saprà consigliare la giusta terapia sostitutiva con estrogeni o con estrogeni e progesterone, scegliendo preferibilmente ormoni bioidentici, ma anche fitoterapia, omeopatia, agopuntura, massaggi.

Accanto a questi trattamenti è però indispensabile una SANA ALIMENTAZIONE, una pratica costante di ATTIVITA’ FISICA MIRATA, che io amo chiamare TERAPIA FISICA, andare a letto preferibilmente alla stessa ora, tinteggiare le pareti della propria camera con colori tenui e graditi,

la camera da letto deve essere fresca e buia, evitare uso di telefoni, TV e DEVICE, evitare pasti abbondanti alla sera, indossare abiti leggeri, gestire il più possibile l’ansia e lo stress, creare una routine del sonno, praticare lo yoga e la meditazione, abbracciare il proprio corpo dall’ombelico in su sentendone il contatto, gestire la respirazione con esercizi lenti e precisi, abbandonarsi al senso di gratitudine che è il sentimento che meglio concilia le nostre emozioni, bere una tisana, ascoltare musica.

Tanti piccoli rimedi che nell’insieme costituiscono un pezzo del puzzle della salute.

MENOPAUSA E DISTURBI DEL SONNO

La menopausa è per la donna un passaggio verso una nuova fase di vita. Spesso vissuto con paura del cambiamento e di conseguenza con ANSIA ed ANGOSCIA. E’ vero che la menopausa può essere accompagnata da sintomi e disagi ma è anche vero che abbiamo la possibilità di gestirli adeguatamente ritrovando nuove energie ed opportunità. In questo modo il cambiamento può diventare un momento di grandi prospettive e di nuove visioni.

E’ fondamentale prepararsi adeguatamente ad affrontare questa fase della vita già negli anni che la precedono, adottando stili di vita sani e atteggiamenti positivi.

I sintomi possono iniziare alcuni anni prima dell’assenza definitiva del ciclo: le donne in premenopausa possono manifestare, in relazione alla diminuzione e alla modifica dei rapporti tra i livelli di estrogeni e progesterone, cicli irregolari, sbalzi d’umore, vampate, insonnia, ansia, depressione.

L’INSONNIA è considerato un sintomo molto fastidioso per la donna in menopausa, spesso dipende dai disturbi di termoregolazione che si manifestano sul viso e poi su tutto il corpo causando una scarica di adrenalina che porta al risveglio notturno con conseguente difficoltà a prendere sonno. Logicamente la donna si sentirà più stanca e irritata.

Cosa si può fare per rimediare a questo inconveniente?

Intanto parlarne col ginecologo di fiducia che saprà consigliare la giusta terapia sostitutiva con estrogeni o con estrogeni e progesterone, scegliendo preferibilmente ormoni bioidentici, ma anche fitoterapia, omeopatia, agopuntura, massaggi.

Accanto a questi trattamenti è però indispensabile una SANA ALIMENTAZIONE, una pratica costante di ATTIVITA’ FISICA MIRATA, che io amo chiamare TERAPIA FISICA, andare a letto preferibilmente alla stessa ora, tinteggiare le pareti della propria camera con colori tenui e graditi,

la camera da letto deve essere fresca e buia, evitare uso di telefoni, TV e DEVICE, evitare pasti abbondanti alla sera, indossare abiti leggeri, gestire il più possibile l’ansia e lo stress, creare una routine del sonno, praticare lo yoga e la meditazione, abbracciare il proprio corpo dall’ombelico in su sentendone il contatto, gestire la respirazione con esercizi lenti e precisi, abbandonarsi al senso di gratitudine che è il sentimento che meglio concilia le nostre emozioni, bere una tisana, ascoltare musica.

Tanti piccoli rimedi che nell’insieme costituiscono un pezzo del puzzle della salute.

ALZHEIMER. MENOPAUSA PRECOCE E TARDO AVVIO DELLA TERAPIA ORMONALE AUMENTANO IL RISCHIO

7 aprile – La terapia ormonale per la menopausa, se assunta contemporaneamente all’esordio di questa fase fisiologica nella vita di una donna, sembra ridurre il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. L’evidenza emerge da uno studio Usa pubblicato da Jama Neurology.

Andare in menopausa in età precoce potrebbe costituire un fattore di rischio per la malattia di Alzheimer; tuttavia, le donne che assumono una terapia ormonale appena entrano in menopausa non correrebbero lo stesso rischio. È quanto osservato in uno studio da un team del Mass General Brigham (Usa), i cui risultati sono stati pubblicati da Jama Naurology.

Le donne hanno una maggiore probabilità degli uomini di sviluppare la malattia di Alzheimer e rappresentano i due terzi dei pazienti con questa patologia. La menopausa precoce si manifesta in modo spontaneo prima dei 40 anni o a seguito di intervento chirurgico prima dei 45 anni. La terapia ormonale migliora molti dei sintomi correlati alla menopausa ed è stato ipotizzato che prevenga anche l’alterazione cognitiva.

Lo studio
Partendo da questa ipotesi, i ricercatori hanno analizzato i dati dal Wisconsin Registry for Alzheimer’s Prevention (WRAP), che contiene informazioni dettagliate su menopausa e uso di terapia ormonale, oltre che valutazioni di neuroimaging realizzate con la tecnica PET. Il team ha poi lavorato sui dati di 292 PET di adulti con alterazione cognitiva, per valutare i livelli delle proteine amiloide e tau in sette regioni del cervello.

Le donne presentavano effettivamente livelli di tau più alti rispetto a uomini della stessa età. I ricercatori, inoltre, hanno scoperto che l’associazione tra livelli normali di amiloide e tau era più forte tra le donne che erano andate precocemente in menopausa.

I livelli di tau erano più elevati nella regione entorinale e in quella temporale inferiore, che sono più vicine al ‘centro’ della memoria del cervello e che sono note per essere coinvolte nella progressione della demenza da malattia di Alzheimer.

Infine, le donne nel gruppo che avviavano tardi la terapia ormonale, oltre i cinque anni dopo la menopausa, presentavano un rischio più alto di demenza.

Fonte: JAMA Neurology 2023

 

Articolo tratto da: aogoi.it